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Come aprire una palestra

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Data
26 maggio 2021
Inserito da
Studio Caggegi&Mazzeo
Categoria
Lavoro

a cura del Dott. Emanuele Caggegi

L’apertura di una palestra, anche nei piccoli centri urbani, è ormai un’iniziativa largamente diffusa, che richiama a sé una notevole affluenza di utenti di ogni età e classe sociale. Tralasciando per il momento l'analisi preliminare che conduce alla scelta di una gestione dell'attività a scopo di lucro rispetto a quella non commerciale, in questo articolo affronteremo alcuni riflessi fiscali relativi proprio a due modalità alternative di conduzione della palestra, ovvero della palestra gestita come associazione sportiva dilettantistica (asd) oppure come attività commerciale.

Queste tipologie di iniziative economiche in ambito sportivo, rappresentando spesso una realtà non sempre trasparente, sono sempre più di frequente oggetto di controlli da parte del fisco proprio in considerazione della sottile linea di confine che separa l'una gestione dall'altra.
E' bene quindi valutare attentamente tutte le conseguenze di una scelta prima di spendere energie e risorse in questo genere di attività.
 
 


Associazione Sportiva Dilettantistica o attività commerciale?

Se decidiamo di optare per la gestione di una palestra sotto forma di Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD) diremo che:
 
l’associazione è un organismo collettivo costituito per raggiungere uno scopo di tipo non economico.

 

Ciò non significa che non possa svolgere attività economica, purché venga esercitata per realizzare i fini istituzionali statutariamente previsti. Inoltre, essa rientra nel novero degli enti non profit, in quanto deve rispettare due punti fondamentali:
  1. Il socio non potrà mai richiedere la restituzione della quota versata e la liquidazione di una parte del patrimonio sociale;
  2. Divieto assoluto della divisione degli utili o capitali tra i soci.
In genere le associazioni possono prefiggersi differenti scopi sociali. Tale differenza comporta conseguenze da un punto di vista civilistico e fiscale. Infatti, se sono in possesso di determinati requisiti possono iscriversi in appositi albi o registri e godere di particolari benefici fiscali.


Gestire una palestra in forma di ASD

Le Associazioni Sportive Dilettantistiche si caratterizzano per il fatto di operare nel mondo dello sport. Per tale motivo, oltre che essere disciplinate dall’ordinamento generale, per ottenere lo status di “associazione” o “società sportiva”, oppure per ottenere benefici fiscali, sono anche regolamentate dal C.O.N.I. In tal caso infatti, dopo la costituzione devono essere iscritte nel registro nazionale tenuto in modalità telematica dal C.O.N.I., previa affiliazione alle Federazioni Sportive Nazionali (F.S.N.), oppure alle Discipline Sportive Associate (D.S.A.), oppure agli Enti di Promozione Sportiva (E.P.S.).
Con riferimento all’attività commerciale, l’ente può scegliere tra i seguenti regimi contabili:
  1. Contabilità ordinaria per obbligo (quando si superano i limiti dei ricavi previsti per le imprese), oppure per opzione;
  2. Contabilità semplificata (quando i ricavi rientrano nei limiti previsti per le imprese commerciali);
  3. Contabilità in regime forfettario di cui alla legge 398/91 (solo se sussistono determinate condizioni e per opzione).
  4. Contabilità in regime forfettario ex art. 145 TUIR.
Per saperne di più sugli aspetti contabili, leggi questo articolo.


Quali sono gli obblighi di una palestra gestita in forma di ASD?

Sono previste diverse agevolazioni fiscali a seconda del regime adottato, e che consentono una gestione molto snella ed economica rispetto ad una ditta individuale o società.
Sono tuttavia previsti altri obblighi:
- Conservazione e numerazione progressiva delle fatture acquisti ed emesse;
- Annotazione, anche con unica registrazione, in un apposito registro riepilogativo, entro il 15 del mese successivo, dei proventi conseguiti;
- Versamento trimestrale dell’Iva entro il 16 del secondo mese successivo alla chiusura del trimestre;
- Redazione e approvazione annuale del rendiconto economico e finanziario;
- Presentazione dello spesometro (includendovi anche le fatture acquisti);
- Presentazione del modello UNICO Enti non commerciali, ed eventualmente il Modello 770 e Certificazione Unica;
- Se vengono effettuate operazioni di raccolta fondi, bisogna redigere un apposito rendiconto, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale, da dove risultano in modo chiaro e trasparente tutte le entrate e le spese effettuate;
- E’ prevista la redazione dello statuto con la nomina dei diversi organi collegiali;

Inoltre, al pari di tutti gli enti non profit, rimane l’obbligo di tenere il Libro soci e il Libro verbali assemblee.
Per saperne di più sugli aspetti amministrativi e gestionali, leggi questo articolo.   
 
In ogni caso resta il fatto che l’ASD non è un’attività commerciale, spesso spacciata come tale per pagare meno tasse e costi di gestione. Tra l’altro è vietata la distribuzione degli utili (occorre reinvestirli nell’ente), e quest’ultimo è un aspetto non di poco conto, considerando che l’Agenzia delle Entrate, valutando diversi fattori, potrà sapere se l’attività è realmente gestita come attività commerciale camuffata da ASD.


Gestire una palestra in forma di attività commerciale

In questa sede non rivolgeremo l’attenzione alla fase iniziale di costituzione di un’attività commerciale, a quale forma giuridica scegliere e quali comunicazioni preliminari effettuare, in quanto saranno descritti ampiamente in altri nostri articoli.
Piuttosto, data per scontata la scelta del tipo di impresa, sottolineeremo quali sono gli obblighi e le operazioni da compiere per non andare incontro a sanzioni, operando in assoluta legalità.

Se perciò si decide di gestire la palestra come una ditta individuale o società (con partita iva), quindi come una vera e propria attività commerciale, occorre:
- conservare e registrare contabilmente tutte le fatture di acquisto e di vendita;
- rilevare anche i movimenti finanziari se si adotta la contabilità ordinaria;
- effettuare le liquidazioni mensili o trimestrali IVA;
- determinare gli acconti e i saldi IRPEF o IRES;
- gestire le buste paga del personale dipendente, se presente;
- predisporre le deleghe di pagamento e fare i versamenti degli importi dovuti tramite F24;
- predisporre la dichiarazione dei redditi;
- in caso di società sorgono ulteriori obblighi di tenuta dei libri sociali e di redazione del bilancio.

Naturalmente i costi di gestione di un’impresa commerciale sono maggiori rispetto ad una ASD, dato il carico di lavoro e gli adempimenti che questa comporta. Costi che vengono riportati in contabilità e compensati ove possibile con la normale gestione.
 
Le spese fisse da sostenere ogni anno invece riguardano:
  • Diritto iscrizione camera di commercio: da € 63,00 o più se si sceglie la società;
  • Contributi INPS: circa € 3.500,00 per ogni persona che lavora in ditta e rateizzabili in 4 rate;
  • Assicurazione INAIL: a seconda del rischio che comporta l’attività e/o se ci sono dipendenti o collaboratori;
  • IRAP, IRPEF, IVA in acconto e a saldo: da calcolare in base al regime che si è adottato (per sapere quanto pagheresti nel regime forfettario leggi questo articolo);
  • Tenuta della contabilità: da concordare con il professionista.
Per conoscere quale regime contabile adottare, leggi questo articolo.

 
Tutto chiaro fin qui?

Per maggiori informazioni su come aprire la tua palestra, o per affidarci la gestione contabile della tua attività, clicca qui per sapere come fare evitando costi e sanzioni.

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