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Bed & breakfast: quando aprire la partita Iva?

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Data
26 aprile 2021
Inserito da
Studio Caggegi&Mazzeo
Categoria
Lavoro

a cura del Dott. Emanuele Caggegi

 


Come aprire un bed and breakfast e quali sono le tipologie?

Se diamo uno sguardo agli ultimi dati sul turismo forniti dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), dalle rilevazioni sugli arrivi, partenze e permanenze medie, nonché dalle rilevazioni sulle capacità delle strutture ricettive situate sul nostro territorio nazionale che si riferiscono al numero degli esercizi, dei letti, delle camere e dei bagni per le strutture alberghiere ed extralberghiere, si mostra una costante crescita del flusso dei viaggiatori provenienti dagli altri Paesi e che stazionano nelle nostre regioni, a conferma della forte vocazione turistica dell’Italia, ma ancora più importante, del proliferare di numerosi esercizi adibiti all’accoglienza.
 
Particolare attenzione deve essere rivolta all’incidenza che hanno gli esercizi extralberghieri nella formazione di questa statistica, presenti in numero 4 volte maggiore rispetto ai classici alberghi e residence. Ciò è da attribuire sicuramente alla necessità e volontà di creare nuove opportunità di guadagno e di autoimprenditorialità (basti pensare ai tanti alloggi organizzati in forma di ostelli, campeggi, rifugi, agriturismi, bed and breakfast, casa vacanze ed altri alloggi non classificati), ma purtroppo non ancora sufficientemente accompagnata da concrete misure a sostegno di queste nuove iniziative, non ancora in linea con le reali potenzialità d’accoglienza.

Sulla scia dunque delle prospettive di crescita di quello che dovrebbe essere il motore trainante della nostra economia, il turismo appunto, tanti di voi, in particolare chi ha già la disponibilità di una seconda unità abitativa, piuttosto che lasciarla inabitata avranno di certo pensato di destinarla ad un uso turistico, come ad esempio ad un bed and breakfast o ad una casa vacanze.
 
L’incrementarsi delle diverse soluzioni di accoglienza può trovare anche una giustificazione proprio nella diversa gestione dell’attività in questione, otre che nel diverso trattamento fiscale dei proventi derivanti dallo svolgimento di queste forme di impresa, spesso più favorite rispetto alle tradizionali attività commerciali.
 
Vediamo quindi quali sono le differenze tra un’attività di bed and breakfast svolta in maniera non imprenditoriale rispetto a quella imprenditoriale, e quali sono i vantaggi.


Bed and Breakfast senza partita IVA

Da premettere che nell’esercizio di un b&b i proprietari mettono a disposizione degli ospiti parti della casa privata offrendo un servizio di alloggio e prima colazione per un numero limitato di posti letto.
 
Attenzione: sul numero di stanze o posti letto da adibire ad alloggi, spesso le normative regionali sono in contrasto con quelle nazionali. Quindi si consiglia prima di consultare le più recenti disposizioni in materia.

Detto ciò, l’esercizio di un b&b può avvenire senza necessariamente aprire la partita IVA, e cioè in maniera non imprenditoriale, solamente quando l’attività viene svolta saltuariamente, in modo occasionale e non continuativo, senza l’organizzazione dei mezzi tipici di un’attività professionale. Non occorre alcun tipo di comunicazione, neppure l’iscrizione presso l’Agenzia delle Entrate e la Camera di Commercio.

Quali sono i criteri da rispettare affinché si possa parlare di lavoro occasionale?

Affinché l’attività di bed and breakfast rientri nell’ambito del lavoro occasionale, è necessario che si rispettino certi indicatori, ossia:
  • Affitto occasionale e non massivo delle stanze;
  • Essere titolare di altre attività con redditi (lavoro dipendente, attività professionale, etc.);
  • Destinazione dell’immobile principalmente alle esigenze abitative del titolare o dei suoi familiari;
  • Utilizzo dei familiari per erogare servizi agli ospiti (rifacimento stanze, pulizia colazioni, etc.);
  • Nessuna o minima offerta di servizi aggiuntivi;
  • Nessuna o minima pubblicità periodica e ricorrente.
Naturalmente ogni caso è specifico e va analizzato singolarmente. Sarà poi l’Agenzia dell’Entrate a valutare l’ambito di appartenenza dell’attività svolta, sulla base di questi o altri indicatori, che se rispettati, non faranno sorgere l’obbligo di apertura della partita IVA, permettendo l’esercizio in maniera occasionale.

Come vengono trattati i proventi dell’attività di b&b non imprenditoriale?

I ricavi derivanti dallo svolgimento di un’attività di bed and breakfast svolta in modo occasionale sono qualificabili come redditi diversi di cui all’articolo 67 comma 1 lett. i) del Tuir., dati dalla differenza tra i proventi realizzati e le spese inerenti documentabili, quali l’approvvigionamento di generi alimentari, il materiale per la pulizia e suoi addetti, le utenze domestiche.

Quali sono gli adempimenti fiscali di un b&b senza partita IVA?

Dal punto di vista fiscale, non sussistendo i presupposti per qualificare l’attività di b&b come attività imprenditoriale e quindi con necessaria apertura di partita IVA, gli unici obblighi da rispettare sono:
  • il rilascio di una ricevuta all’atto dell’incasso, con marca da bollo da 2 € sull’originale se l’importo percepito supera i 77,47 €;
  • la conservazione della documentazione attestante le spese inerenti l’attività;
  • il riporto, sul quadro RL della dichiarazione dei redditi, del reddito percepito al netto delle spese sostenute.
Il reddito è soggetto a tassazione IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) nei modi ordinari, ma il venir meno di tutti gli altri adempimenti di cui invece deve farsi carico un’attività imprenditoriale può essere sicuramente considerato un vantaggio per chi vuole mettere a disposizione i propri alloggi anche solo per qualche mese l’anno.


Bed and breakfast imprenditoriale: quando è necessario aprire la partita IVA?

Qualora invece non sussistono i presupposti per l’esercizio dell’attività di b&b in maniera occasionale, allora sarà necessaria l’apertura della partita IVA con codice Ateco 55.20.5 (affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence, alloggio connesso alle aziende agricole).
I principali indicatori atti a qualificare l’attività di un b&b come imprenditoriale sono:
  • Esercizio abituale, professionale ed esclusivo con elevato ricambio degli ospiti;
  • Non avere altre e diverse attività “prevalenti” (lavoro dipendente, libero professionale, ecc.);
  • Destinazione dell’immobile principalmente alle esigenze abitative degli ospiti;
  • Utilizzo di uno o più collaboratori per erogare servizi agli ospiti;
  • Offerta di servizi aggiuntivi rispetto a quelli minimi previsti (noleggio bici e/o attrezzature sportive, interpretariato, convenzioni piscine, biglietti ecc.);
  • Elevata pubblicità periodica e ricorrente (su riviste, periodici, Internet).

Come vengono trattati i proventi dell’attività di b&b imprenditoriale?

I proventi derivanti dall’esercizio di attività di bed and breakfast in forma commerciale, professionale e continuativa, sono considerati a tutti gli effetti reddito di impresa di cui all’articolo 55 del Tuir., anche questi soggetti a tassazione nei modi ordinari.


Come aprire un b&b con partita IVA?

Di seguito si espongono gli adempimenti necessari per avviare un’attività di bed and breakfast di tipo imprenditoriale, a cominciare dagli aspetti propedeutici all’effettivo inizio dell’attività:
- avere la disponibilità di un immobile a qualunque titolo;
- acquisire il corretto accatastamento dell’unità abitativa e trasmettere la voltura al proprio Comune per l’espletamento delle successive procedure;
- acquisire tramite l’ufficio tecnico del proprio Comune (Sportello Unico per le Attività Produttive) le certificazioni in materia di messa in sicurezza dei locali, condizioni igienico-sanitarie, agibilità, requisiti minimi, come stabilito dal codice del turismo e dalle diverse normative e direttive nazionali e regionali;
- acquisire il certificato di somministrazione di alimenti e bevande se previsto un servizio di ristorazione ai clienti che va oltre la semplice fornitura di prodotti preconfezionati per la prima colazione;

Ottenute le suddette autorizzazioni e certificazioni, occorre  poi:
- adottare la giusta forma giuridica con la quale si vuole intraprendere l’attività;
- procedere all’iscrizione presso l’Agenzia delle Entrate per l’ottenimento del numero di partita IVA, avendo cura di allegare tutta la documentazione necessaria;
- presentare al contempo la richiesta di inizio attività, allegando la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) alla Camera di Commercio e richiedendo l'iscrizione all’INPS dal quale scaturiranno gli obblighi contributivi;
 
In presenza di dipendenti o collaboratori è necessario anche darne comunicazione all’INAIL.


Quali sono gli adempimenti amministrativi e fiscali di un b&b con partita IVA?

Per poter svolgere serenamente ed in piena regola la propria attività ricettiva di bed and breakfast, serve dotarsi fin da subito dei seguenti strumenti:
- posta elettronica certificata (PEC);
- carta dei servizi nazionale (rilasciata gratuitamente dalla Camera di Commercio) o firma digitale;
- conto corrente intestato alla ditta o società.

Dopodiché occorre:
- timbro dell'impresa;
- registro dei corrispettivi ed altri registri contabili e libri sociali a seconda del tipo di impresa che si è costituita;
- registratore di cassa;
- libro unico del lavoro e degli infortuni, se in presenza di dipendenti o collaboratori.

Durante le scadenze periodiche e per tutto l’anno bisogna:
  • conservare e registrare contabilmente tutte le fatture di acquisto e di vendita;
  • rilevare anche i movimenti finanziari se si adotta la contabilità ordinaria;
  • effettuare le liquidazioni mensili o trimestrali IVA;
  • determinare gli acconti e i saldi IRPEF o IRES;
  • gestire le buste paga del personale dipendente, se presente;
  • predisporre le deleghe di pagamento e fare i versamenti degli importi dovuti tramite F24;
  • predisporre la dichiarazione dei redditi;
  • predisporre il bilancio, se obbligatorio.


Quanto costa aprire un b&b?

Per quanto riguarda i costi relativi all’accatastamento del locale, ai lavori di ingegneria, fino al rilascio dell’agibilità, ai corsi sulla sicurezza sul lavoro e sulla somministrazione di alimenti e bevande, gli stessi dipendono dai professionisti che se ne occupano e dagli enti certificatori che rilasciano i relativi attestati.

Gli altri costi di apertura sono pressoché riassunti come di seguito:
  • Imposta di registro su atto costitutivo = € 200,00 (solo per le società);
  • Tassa concessione governativa per vidimazione libri sociali = almeno € 310,00 (solo per le società di capitali);
  • Bolli e diritti di vidimazione libri sociali = € 120,00/150,00 (solo per le società di capitali);
  • Diritto di iscrizione Camera di Commercio = € 53,00 (oppure € 120,00 per le società);
  • Diritti di segreteria e imposte di bollo da assolvere per legge = € 36,00.
Le spese da sostenere annualmente sono:
  • Diritto di iscrizione Camera di Commercio = € 53,00 (oppure € 120,00 per le società);
  • Contributi INPS = circa € 3.500 a persona e rateizzabili in 4 rate;
  • Assicurazione INAIL se in presenza di dipendenti o collaboratori;
  • Deposito bilancio = € 130,00 (solo per le società di capitali);
  • Tenuta della contabilità da concordare con il professionista.
Le indicazioni finora descritte, sia che si tratti di attività svolta in modo occasionale che imprenditoriale, possono valere anche per le case vacanza, con la principale differenza che queste ultime sono gestite unitariamente e non per singole stanze, e senza alcuna somministrazione di cibi e bevande.

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Tutto chiaro fin qui?

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