a cura del Dott. Emanuele Caggegi
In breve
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La chiusura della Partita IVA è gratuita, ma richiede la comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
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È necessario saldare eventuali debiti fiscali e contributivi prima di chiudere.
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In alternativa, è possibile sospendere temporaneamente l’attività invece di chiuderla definitivamente.
Se la tua attività non è più sostenibile o hai deciso di cambiare lavoro, chiudere la Partita IVA può essere la scelta migliore per evitare di pagare tasse e contributi inutilmente. Tuttavia, è importante seguire la procedura corretta per non incorrere in sanzioni e risolvere eventuali pendenze fiscali. Vediamo come chiudere la Partita IVA, i costi, i tempi e le alternative disponibili.
Procedura per chiudere la Partita IVA
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Passaggi per la chiusura della Partita IVA:
✅ Compilare il modello AA9/12 → Disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
✅ Inviare la richiesta di cessazione → Tramite PEC, commercialista o portale Fisconline/Entratel.
✅ Chiudere la posizione IVA → Se sei in regime ordinario, devi fare la dichiarazione IVA finale.
✅ Saldare eventuali debiti fiscali → IVA, IRPEF e contributi INPS devono essere regolari.
✅ Chiudere eventuali posizioni INPS e INAIL → Se sei artigiano o commerciante, devi chiudere anche queste posizioni.
💡 Tempi di chiusura: l’Agenzia delle Entrate chiude la Partita IVA entro 30 giorni dalla richiesta.
Costi per chiudere la Partita IVA
📌 Chiusura gratuita o a pagamento?
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Per i lavoratori autonomi (freelance e professionisti) → La chiusura è gratuita.
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Per le imprese individuali (artigiani e commercianti) → Serve la comunicazione al Registro Imprese e il costo varia tra 50€ e 100€.
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Se hai debiti fiscali o INPS in sospeso → Devi saldarli prima della chiusura.
💡 Attenzione: se chiudi la Partita IVA con pendenze, il Fisco può ancora richiedere il pagamento delle somme dovute.
Obblighi fiscali dopo la chiusura
📌 Cosa devi fare dopo la chiusura?
✅ Ultima dichiarazione dei redditi → Devi dichiarare i redditi maturati fino alla chiusura.
✅ Dichiarazione IVA finale (se sei in regime ordinario) → Entro il 30 aprile dell’anno successivo.
✅ Conservare i documenti fiscali → Per almeno 5 anni, in caso di controlli futuri.
💡 Se hai un credito IVA? Puoi richiedere il rimborso o compensarlo con altri tributi prima della chiusura.
Alternative alla chiusura della Partita IVA
Se non sei sicuro di voler chiudere definitivamente la tua attività, puoi valutare opzioni alternative.
📌 Alternative alla chiusura:
✅ Sospensione dell’attività → Se pensi di riprendere il lavoro in futuro, puoi chiedere la sospensione temporanea al Registro Imprese.
✅ Trasformazione in collaborazione occasionale → Se fatturi meno di 5.000€ l’anno, puoi lavorare con ricevute per prestazione occasionale.
✅ Passaggio a regime fiscale più vantaggioso → Se i costi sono il problema, puoi valutare il regime forfettario invece dell’ordinario.
💡 Consiglio: se hai dubbi sulla chiusura, consulta un commercialista per valutare la soluzione migliore.
Rischi della chiusura della Partita IVA
Prima di chiudere, considera alcuni possibili svantaggi:
📌 Cosa succede dopo la chiusura?
❌ Perdi il diritto alla detrazione IVA sulle spese aziendali sostenute.
❌ Se vuoi riaprire in futuro, dovrai richiedere una nuova Partita IVA.
❌ Potresti ricevere controlli fiscali post-chiusura per verificare eventuali irregolarità.
💡 Strategia: se prevedi di riaprire entro 1-2 anni, la sospensione potrebbe essere la scelta migliore rispetto alla chiusura definitiva.
Conclusioni
Chiudere la Partita IVA è una procedura relativamente semplice, ma richiede attenzione per evitare problemi fiscali e burocratici.
Prima di procedere, assicurati di aver valutato tutte le alternative disponibili e di essere in regola con i pagamenti.
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